Il Dr. Andrea David collabora da molti anni con me gestendo in prima persona l’ortodonzia e la gnatologia sia su adulti che su minori. A lui ho girato alcune frequenti domande dei genitori e di seguito riporto la sua risposta.
A che età va fatta la prima visita ortodontica per un bambino o ragazzo?
Dr. David: «La risposta è semplice, secondo me una prima visita va fatta intorno ai 3 – 4 anni. Già a questa età si possono notare le prime disfunzioni che vanno intercettate e curate rimuovendo le abitudini viziate (dito, ciuccio biberon, lingua che si posiziona tra i denti) che portano, con il passare del tempo, ad avere una crescita ossea non corretta e quindi i denti storti.
Poi, se il problema rimane, appena i bambini collaborano, si possono fare delle radiografie per fare una corretta diagnosi clinica e, se necessario, partire con un apparecchio ortodontico mobile (quello, tanto per capire, che si toglie e si mette) più adatto al problema e alla crescita del paziente.
È sottinteso che la collaborazione del bambino deve esserci: gli apparecchi abbandonati sul lavandino NON FUNZIONANO, il microchip che viene messo all’interno della placchetta ci dice quando il bambino mette l’apparecchio, se lo mette nelle modalità e per le ore corrette, ma non ricorda al paziente di metterlo.»
N.d.R. Consiglio la lettura dell’articolo Come portare i bambini dal dentista per un approfondimento sul rapporto di fiducia fra i giovani pazienti e il proprio odontoiatra.
Perché portare dal dentista un bambino che non ha ancora tutti i denti permanenti?
Dr. David: «L’età giusta per iniziare un trattamento ortodontico dipende dal problema del paziente.
Talvolta bisogna iniziare a trattare il paziente prima che abbia cambiato tutti i denti, soprattutto se ci sono dei problemi a livello della crescita ossea. In questi casi, che si manifestano in genere con poco spazio per i denti nell’arcata inferiore o con un palato superiore stretto, bisogna iniziare sicuramente quando il paziente è in piena crescita. Una volta finita la permuta e con tutti i denti permanenti nell’arcata, recuperare spazio o allargare il palato diventa molto più difficoltoso, se non impossibile, e quindi ci si trova costretti a dover sacrificare 4 denti sani. Infatti, mentre gli apparecchi mobili riescono a modificare anche la crescita di osso e quindi del substrato su cui andiamo ad lavorare, con gli apparecchi fissi, che vengono incollati sui denti PERMANENTI, riusciamo a modificare in modo fine la posizione dei denti, ma agiamo in minima parte a livello dell’osso.»
Esiste una ortodonzia invisibile?
Dr. David: «No. Ma ci sono soluzioni che sono davvero poco visibili. Ad esempio oggi si possono usare delle mascherine dette invisibili che si ricavano dalle impronte del paziente attraverso una elaborazione CAD-CAM in modo da ottenere un modello virtuale delle arcate dentali che poi possono essere modificate dente per dente in modo progressivo fino ad ottenere un allineamento ideale dei denti. Ad ognuno di questi spostamenti corrisponderà una mascherina che forzerà i movimenti dei singoli denti.
Altre tecniche prevedono invece degli attacchi e degli archi metallici nelle facce interne dei denti, ma ci sono delle condizioni da rispettare in funzione della profondità del morso e della posizione dei denti.
Per concludere, una visita precoce e una diagnosi corretta ci mettono in condizione di decidere quale trattamento sia più indicato per il paziente. Può essere un trattamento con apparecchi mobili o con apparecchi fissi (le stelline incollati sui denti, per intenderci), metallici o trasparenti, fino ad arrivare alle mascherine invisibili. Ogni paziente ha la propria terapia.»
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